Arrivano gli e-books? Billy si allarga

Anzi, si espande in profonditá.

La notizia la leggo su Corriere.it nella rubrica Ehi Book! di oggi: Ikea ridisegna Billy (la piú venduta libreria low-cost, tanto da aver prestato il nome alla rubrica sui libri del TG1) in previsione dei cambiamenti di abitudine dei lettori.

Meno libri cartacei sui nostri scaffali, quindi a cosa servirá la libreria? A riporre oggetti “di valore” quali libri rari, edizioni da collezionisti e oggettistica. Quindi aumenta la profonditá e si aggiungono le ante in vetro (a dire il vero giá disponibili da un bel po’) perché tanto la lettura quotidiana ed economica si sposterá sui tablet e gli e-book.

L’articolo cita un pezzo dell’Economist, Digital expectations, dove si fanno delle considerazioni interessanti sui pro e i contro della digitalizzazione: la rimessa in circolo di vecchi titoli dimenticati, i pericoli incombenti della pirateria e anche -meno male!- il problema del prezzo degli e-book, giudicato spesso troppo arbitrario e elevato.

Non mi sento di fare previsioni (e mi diverto poco a farne, anche se sembra un passatempo molto in voga nella blogosfera) ma l’argomento prezzo mi sembra cruciale. Come il settore musicale ci insegna, secondo me la pirateria si combatte in un solo modo: abbassando i prezzi -e magari inserendo contenuti aggiuntivi, gadget o altro all’edizione digitale, per giustificare l’acquisto dell’originale rispetto all’edizione pirata.

Se un e-book costasse 2-3 euro, o anche 5, non perderei nemmeno un minuto a cercare la versione pirata in rete, per una semplice questione di convenienza. Se invece mi costa come la controparte cartacea, 10-15 o anche 20 euro (grazie anche alla nostra assurda legge contro gli sconti sui libri) ecco che diventa competitivo andare a perdere un po’ del mio tempo libero per cercarmi la copia pirata.

Un commento dell’amministratore delegato di Harper-Collins che mi lascia perplessa è la supposta difficoltá nella promozione dei libri qualora le librerie -come paventato- dovessero chiudere i battenti per via della digitalizzazione.

Publishers are increasingly trying to push books through online social networks. But Mr Murray says he hasn’t seen anything that replicates the experience of browsing a bookstore.

Veramente? Io invece ho  la sensazione che qualche volta l’esperienza digitale sia piú stimolante rispetto a quella reale. Non vi siete mai persi in libreria cercando di capire la loro catalogazione bizzarra, o per il fatto che esistano gli scaffali a scorrimento che nascondono metá dei libri esposti, venendo meno l’ordine alfabetico (unica áncora di salvezza per navigare in mezzo al mare di titoli)?

Non so, a me questi toni apocalittici e moralistici non piacciono molto, e sono altresí convinta che le librerie non scompariranno, ma dovranno evolversi: offrendo un’esperienza ai lettori che non si limiti al mero acquisto dei libri cartacei, aggiungendo servizi, magari integrati fra digitale e reale o altro ancora che qualcuno inventerá.

C’è spazio per la crescita e per le opportunitá: magari si penserá a nuovi ruoli e quindi si creeranno dei posti di lavoro, assieme ai servizi. Invece di lamentarsi su cosa andiamo a perdere, perché non cominciare a immaginare cosa potremmo inventare?

8 pensieri riguardo “Arrivano gli e-books? Billy si allarga

  1. d’accordissimo con te. tra l’altro ci sono tanti titoli che leggerei per curiosità ma per i quali mi vergognerei a far tagliare un albero.
    ora, se avessi la versione elettronica a un prezzo decente, sicuramente me la comprerei in rete.
    ma il prezzo dovrebbe essere coerente: insomma: con l’abbattimento di costi di stampa, stoccaggio in magazzini e trasporto, un libro elettronico dovrebbe costarmi circa un decimo di uno cartaceo.
    quando però su tutti i vari libri.it, amazon ecc. vedo in vendita la versione tradizionale a € 16,00 e quella digitale a € 15,99 mi sento troppo presa per i fondelli…

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  2. A proposito di preso per i fondelli, e in relazione al secondo link postato da eDue, consiglierei a chi non l’ha letto “Mela marcia” (http://www.agenziax.it/) sul modello di business che stanno imponendo sui contenuti digitali a pagamento (Apple in primis) e su come con lo switch-off quello che comprate puo’ arbitrariamente non essere piu’ vostro.
    Non voglio fare l’anticonformista ma da informatico di professione preferisco nettamente le versioni cartacee e la disorganizzazione delle librerie alle logiche da supermercato dei vari Amazon & Co.
    In piu’ mi sento di difendere la legge sullo sconto dei libri…utile secondo me a garantire che i libri non svendano solo alla Coop e Auchan an anche nelle piccole librerie (gia l’editoria gode di un IVA dimezzata, gli sconti avvantaggiano solo la grande distribuzione).
    Anche il discorso ecologista non sta in piedi…si spreca e si inquina cosi tanto che partire dalla carta dei libri mi sebra alquanto pretestuoso… si puo’ rinunciare alla carta per la quasi totalita’ dei documenti esistenti…per i libri direi che si puo’ fare un’eccezione…soprattutto se la si produce con coscienza e magari reciclando.

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    1. Ciao Destro,
      sul discorso dei contenuti digitali la mia speranza è che ci sia sufficiente trasparenza nei confronti degli acquirenti in modo da capire facilmente cosa si acquista (il libro versione elettronica, la “licenza” per leggerlo sul reader, o cosa?). Di modelli analoghi sui software in genere ce ne sono parecchi e diversi, magari si aumenterá la concorrenza e i diversi editori potrebbero offrire a prezzi diversi prodotti/servizi diversi. Non saprei.
      Invece sulla legge contro gli sconti mi spiace ma non saró mai a favore di un qualsivoglia provvedimento illiberale. Ho Oscar Giannino come santino sul comodino, ecco 😀

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  3. io vorrei rispondere a Destro che più volte ho ceduto alle lusinghe del best-seller.
    i gusti son gusti.
    ho comprato il codice da vinci e una volta letto l’ho prestato a più persone possibile pur di non far tagliare altri alberi e di non far fare tanti soldi a chi vendeva una ghiozzata del genere. alla fine mi vergognavo tanto a tenerlo in casa che l’ho regalato. però passo come quella che dava in giro il codice da vinci (dico il codice da vinci per dirne uno, ma di libri da botteghino supponenti e inspiegabilmente di successo ne ho comprati e letti parecchi, purtroppo).
    per questo dico: se un libro mi piace veramente poi me lo compro cartaceo (ho persino 3 versioni differenti di uno stesso libro); certo, se avessi l’opportunità di spendere poco per visionare un prodotto per poi decidere se farlo entrare nella mia libreria, preferirei di gran lunga, ecco.

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    1. …penserai che sia pazzo ma tra i miei amici siamo tutti fervidi lettori e spesso ci regaliamo libri.
      Se leggo un libro che apprezzo particolarmente ne compro un’altro e lo regalo a chi penso possa piacere…magari gli faccioanceh una dedica… penso che regalare libri sia una cosa molto bella e, per mio conto, e’ il regalo che preferisco.
      Vanno benissimo tutte le iniziative tipo book-crossing alle quali se mi capita partecipo anche io, ma ti ripeto, da convinto ambientalista, sostengo che non comprare libri, usare solo libri in prestito o cedere alle versioni elettroniche per “risparmiare alberi” sia sciocco oltre che inutile.
      Ci sono mille modi diversi e piu’ impattanti per preservare l’ambiente che dare addosso alla carta stampata.
      …ovviamente questa e’ il mio personalissimo punto di vista 🙂

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