La felicità è uno stato d’animo

Happiness

Stimolata da una discussione con un amico su Friendfeed mi sono ritrovata a riflettere sul concetto di felicità, come viene percepito e sentito in generale, e come invece lo sento io.

Al mio amico è stato detto -da un tizio quanto meno indelicato- che non era mai stato davvero felice perché non aveva ancora avuto figli. “Non puoi capire, è inutile” gli disse.

Ora, io non metto in dubbio che i figli possano regalare enorme gioia e soddisfazione a chi li mette al mondo, ma questo modo strumentale di ritenere che la felicità possa passare attraverso qualcosa o qualcun altro io non lo condivido.

La felicità per me è un modo di essere e di porsi di fronte alla vita, quindi del tutto incentrata su noi stessi: parte da noi, cresce dentro di noi, la portiamo nella nostra vita quotidiana e la trasmettiamo al prossimo. Non è dipendente da fattori esterni, piuttosto li influenza.

Per essere felice non ho bisogno di niente e di nessuno, perché io basto a me stessa. E’ meraviglioso questo, perché comporta che ciascuno di noi può essere incredibilmente felice, qui e ora.

Se affidassi la mia felicità alla presenza e all’amore di un’altra persona (sia un partner che un figlio, un familiare o un amico) stabilirei un legame di dipendenza che facilmente sfocerebbe in una dinamica malsana, in ricatti morali e, quasi certamente, nell’infelicità di una o di entrambe le parti.

Per fare un esempio veloce, il genitore che riversi tutto il suo bisogno di felicità nel proprio figlio sarà riluttante a renderlo indipendente e a incoraggiarlo a farsi una propria vita, anche lontano dalla famiglia, perché dipende da lui per essere felice (e vorrebbe che la cosa fosse reciproca). Questa cosa non è sana.

Nemmeno io ho figli, eppure sono felice. Potrei sbagliarmi, certo, ma spero invece di poter smentire il tizio e tutti coloro che la vedono come lui, un giorno. Felicemente.

6 pensieri riguardo “La felicità è uno stato d’animo

  1. Che bel messaggio che dai, Raffaella.
    Sei una persona fortunata: dici che sei felice e non è da tutti. Non è da tutti “saper” vedere il lato rosa, il bicchiere mezzo pieno, l’importanza delle piccole cose. Secondo me o nasci con un bel carattere o ti ci vuole impegno e predisposizione. Io ad esempio ho sempre fatto fatica, per indole.
    E questo prima e dopo un figlio 🙂
    Una cosa mi va di dire sul diventare genitore (e parlo per ME, per la mia esperienza pregressa, per la mia credo innata malinconia), aver avuto un bambino mi ha aiutata, perchè ho avuto in dono occhi nuovi, senza filtri, per riuscire a vedere le cose della vita con rinnovato entusiasmo e bellezza.

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    1. Grazie Daniela per il tuo contributo. 🙂

      Mia nonna mi diceva sempre che nascere con un bel carattere è una grossa benedizione. Sicuramente c’è una parte innata, ma su tutto si può lavorare, in particolare su noi stessi, per diventare ciò che vogliamo. E più spesso di quanto crediamo non è questa gran fatica: basta sentirlo veramente, e poi viene da sé. Per me è stato così, almeno 🙂

      Comunque sicuramente gli eventi belli della vita sono di stimolo a cominciare a vederla in modo diverso, e meno male!

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  2. Ciao Erebel,
    beh io l’ho sempre pensata come te, nonostante i periodi bui – di cui magari ti ricordi anche.
    Purtroppo ho sentito più di una persona accusare gli altri che non potranno mai essere felici senza figli. Io poi non ne voglio avere manco morta eppure sono conenta lo stesso della mia vita e la vivo con intensità e ne sono felice.
    A volte vorrei vivere ancora più intensamente ma on ce la faccio, ma non ne faccio un deamma.
    La cosa che mi sconvolge è come certe persone non riescano a capire che ognuno di noi può essere felice per cose diverse.

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  3. Ciao Raffiro,
    sono madre ma poco c’entra con la felicità. Mi spiego meglio.

    Si è felici quando percepiamo la corrispondenza di qualcosa d’altro che accade ossia che non dipende da noi.
    La felicità non è un sentimento a comando [altrimenti saremmo peggio di chi crede che siano (solo) i figli a farci felici] o un sentimento casuale [a volte c’è, a volte no]…

    Per la mia esperienza posso affermare che qualsiasi cosa può essere fonte di felicità (e mi corre alla mente quando da studentessa ero felice anche di prendermi l’influenza così da saltare il compito in classe o l’interrogazione a tappeto dell’intera classe…).

    Si è felici solo quando vivi tutto come un dono (e qui il discorso dei figli ci sta pure ma non ne sono la fonte) e guardi tutto ciò che ti accade in funzione della tua crescita, della tua maturazione e del senso della tua vita.

    Quindi non è la convinzione che alcune cose mi danno/fanno la mia felicità ed altre no… Volenti o nolenti siamo legali al tempo, allo spazio e al rapporto con il mondo intero e solo la certezza che qualsiasi cosa ha un senso in ogni caso mi rende indipendente (e quindi libera) da ogni singola fonte (per ottima che sia) e mi rilancia a cercarla in ogni dove (per pessima che sia).

    Grazie dello spunto e di avermi fatto ri-flettere su una delle questioni centrali della mia vita e a cui è davvero impossibile non pensarci almeno una volta al dì! 😀

    Ari-ciao!
    Ramona

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  4. Se ti dicessi che è la prima volta che scrivo un pensiero su internet. . Non so perché lo sto facendo. . Ma ne sento il bisogno.. Anch’io ho pensato che la vera felicità la puoi provare con un figlio. Io ho un figlio. Ed è la persona al mondo a cui tengo di più. Ma la felicità dell’anima non te la da un figlio. La felicità dell’anima è la luce che ognuno cerca… fuori.. ma se si pensa prima o poi di averla trovata. . Ci si dovrà ricredere.. La felicità, quella vera, è solo quella dell’anima. È la luce che non si trova fuori. È la luce che si è!!! Basta vedersi per quello che si è. Basta spogliarsi di tutto. E sentire quella luce che non vedi con gli occhi ma senti essere il tuo centro. Un bacio luminoso a tutti! !

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