Farsi e fare le domande giuste

Ogni tanto mi arrivano mail dai brand che seguo che annunciano nuovi prodotti, o feature o l’entrata nel grande mondo dei social network.

Quello che mi lascia interdetta è quanto poco, nella progettazione di queste novità, si sia pensato agli utenti che ne usufruiranno.

Ne ho la riprova leggendo i testi markettari che le presentano. Per esempio, l’annuncio di Fineco dell’apertura della fan page su Facebook.

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Io sono correntista Fineco ma delle cose elencate qui, francamente, non mi interessa nulla.

L’uso che mi aspetto da un social è il contatto diretto e veloce con qualcuno per risolvere un mio problema, suggerirmi nuovi prodotti, e magari lasciare dei commenti su contenuti che mi interessano.

Di sicuro vedere le campagne pubblicitarie non è una mia priorità. Tanto meno condividerle con i miei amici, trascinata dall’entusiasmo verso la mia banca. Certo, come no!

Insomma, ancora una volta mi domando se i grandi della comunicazione se la siano posta qualche domanda. E ancora di più, se l’abbiano posta ai loro clienti, per cercare di capire i loro bisogni.

Non occorre aprire una pagina Facebook solo perché lo fanno tutti, eh? Talvolta meglio aspettare, ascoltare, e nel frattempo tacere.

Perché pagare se puoi averlo gratis?

Sono cliente Fineco da diversi anni ormai, e mi sono sempre trovata bene, sia nella gestione ordinaria che in qualche specifico caso in cui ho apprezzato la loro trasparenza e fiducia (quando hai la partita IVA non è cosí semplice).

Ogni volta che mi sono rivolta alla loro assistenza telefonica ho avuto risposte pronte, chiarissime, fornite da persone evidentemente competenti in materia e anche molto cortesi.

Non ho mancato di segnalarlo a loro e al mondo tramite tweet (e ora questo post): mi sembra giusto riconoscere un servizio che funziona, e mi fa piacere consigliare Fineco ad amici e conoscenti quando se ne presenta l’occasione.

Per questo non capisco la necessitá di mandarmi e-mail con l’invito a portare i miei amici in Fineco per ottenere in cambio premi in denaro. Per due motivi: il primo per quanto dico sopra, ovvero se sono soddisfatta del tuo servizio sono il tuo primo sponsor, e lo faccio gratis perché sono convinta del meccanismo virtuoso. Il secondo è che non saranno 60 euro a convincermi a fare telefonate o mandare e-mail a parenti o conoscenti. Ho altro da fare.

Secondo me questo posizionarsi nel mezzo non ha un gran fortuna, almeno su un cliente come me. Ma magari ci sono frotte di italiani che rispondono positivamente, eh? Mi piacerebbe saperlo.