Sul blog di Google trovo sempre spunti interessanti e spesso qualche sorpresa.
Per forza – direte voi- è Google!
E’ vero. Da Google ci aspettiamo sempre un’idea geniale e qualche gioco o intrattenimento originale, manco fossero dei prestigiatori. Ma forse lo sono: prestigiatori 2.0, l’evoluzione dei maghi d’altri tempi in chiave tecnologica.
Di questo curioso post su come porre la fatidica domanda alla vostra fidanzata usando Google Maps, mi ha colpito una serie di cose. Tranquilli, non ci sono conigli dal cappello (in compenso, ci sono i fiori).
Il racconto è personale, decisamente. Svela dettagli sulla relazione fra il programmatore e la sua fidanzata, sui luoghi della loro storia, ed è forse anche per questo che il post si legge volentieri: immaginatevi la noia di un articolo che narra delle possibilitá teoriche offerte dalle mappe di Google…io non lo leggerei mai.
L’autore ci racconta cosí di un’aggiunta ad hoc sviluppata da lui e dai suoi colleghi per fare inserire delle password ad ogni tappa del viaggio. A noi sembra una simpatica caccia al tesoro, ma non vi vengono in mente altre decine di applicazioni di questo sistema di autenticazione? A parte quella ovvia del rapitore che deve guidare l’uomo col riscatto da un punto all’altro della cittá facendo perdere le sue tracce, intendo.
E qui torniamo all’ormai noto modello di produttivitá adottato da Google (e sognato da tantissimi italiani): il 20% del nostro tempo (pagato) per poter fare quello che ci pare. Questo per me ne è un chiarissimo esempio: Ari Gilder ha lavorato sulla sua piattaforma ideando nuove feature e combinando elementi esterni (touchpoint?) con l’applicazione su mobile per rispondere al suo bisogno di offrire un’esperienza memorabile alla donna che ama.
Dai, non è roba da poco. E poi la storia ha anche il lieto fine: lei, ovviamente, gli ha detto di sí.