Il tocco umano nell’e-commerce

Premessa: sembra un blog dedicato all’e-commerce ma non lo è. Almeno, non solo!

Due giorni fa ho ricevuto un pacco che avevo ordinato tempo addietro. Si trattava di una buona scorta di biscotti senza glutine, spekulatius per lo piú, ma non solo. Qui in Italia non si trovano, almeno non facilmente, per cui li ho cercati online, sono approdata su un sito estero, ho verificato al volo che spedissero in Italia, e ho effettuato il mio acquisto. Una transazione velocissima e indolore.

Se mi aveste chiesto allora il nome del sito, o la sua nazionalitá, non avrei saputo rispondervi. Del nome non ricordavo nemmeno l’iniziale, della localizzazione geografica supponevo si trattasse di “un paese del Nord Europa”. La mia esperienza con loro si sarebbe conclusa con un minimo scambio di informazioni e senza aver stabilito un qualsivoglia tipo di legame che non si esaurisse nell’arco di tempo della compravendita stessa.

Se non fosse per due cose che sono accadute, e che non mi aspettavo.

La prima, è l’aver ricevuto la seguente e-mail:

Si potrebbe pensare che sia un atto invadente e irritante il venire automaticamente iscritti con un account; invece a me ha fatto piacere, perché mi hanno fatto risparmiare tempo (quello della registrazione) e non mi hanno chiesto ulteriori dati personali. Inoltre ho avuto la sensazione che loro ci tenessero a me, che si preoccupassero di tenermi al corrente del mio ordine. Mi è piaciuto.

La seconda è avvenuta quasi contestualmente all’arrivo del pacchetto. Quasi perché arrivata il giorno seguente e al mio indirizzo di casa (non a quello di consegna).  Si trattava di una lettera cartacea, che stavo quasi per buttare convinta si trattasse della ricevuta dell’ordine, ma che per fortuna ho aperto, incuriosita dal fatto che l’intestazione fosse scritta a mano.

Dentro la lettera ho trovato questo:

Un biglietto di auguri di Natale. Semplice, ma scritto a mano, con un paesaggio inconfondibile che mi ha comunicato la loro identitá e il loro modo di rapportarsi a un cliente. C’era scritto “grazie”, e “Buon Natale”, ma per me ha significato molto di piú.

Da ditta sconosciuta trovata su google, Kamterra è riuscita a intraprendere un discorso con me, che potrebbe proseguire oltre il singolo acquisto. Gli anglofoni lo chiamerebbero engage with your customer. Di sicuro loro hanno guadagnato una cliente in Italia.

E con questo (e con la neve vintage sul blog) vi auguro Buon Natale e Buon Anno Nuovo. Ci si rilegge nel 2012! 🙂

10 cose che ho amato di NYC – Ten things I loved about NYC

Prima di tutto, questo è un esperimento: un post in due lingue. E avrei dovuto chiamare il post le 10 cose di Manhattan, visto che sono stata quasi solo lí, ma pazienza.

First of all, this is an experiment: a bilingual post. And I should have called it 10 things about Manhattan, since I’ve been only there, basically.

E ora, via con la lista, in ordine sparso.

And now, let’s move to the list (in random order).

1. Lo skyline – The skyline

Arrivati a JFK  di notte e preso il taxi, vedere sullo sfondo quelle linee cosí familiari in uno sfavillio di luci mi ha tolto il fiato.

Landed at JFK at night, taken a cab and seen that familiar sparkling skyline: it left me breathless.

2. Prendere i taxi al volo – Taking a cab

Come nei film, sia quando si fermano e ti senti Dio, sia quando piove e non ne trovi manco mezzo.

Like in the movies – when they actually stop you feel like being God, and when it’s pouring rain you see none around.

3.  Chelsea Market

Ricavato da un ex biscottificio è ora un insieme di locali, forni e negozi in ambientazione steam-punk. Meraviglioso.

Originally a cookie factory currently turned into a steam-punk melting pot of shops, drugstores and bakeries. Adorable.

Central Park on a sunny day4. Central Park

Non ci sono parole per descriverne la bellezza. Vasto, curatissimo, variegato e pieno di scoiattoli. Da sogno.

There are not enough words to describe its beauty. It’s enormous, incredibly looked-after and with plenty of squirrels. A daydream.

5. La gentilezza della gente per strada – The kindness of people in the street

I sorrisi, gli aiuti per fermare i taxi, il chiedere scusa, il chiedere da dove venivamo, la battuta mentre facevamo delle foto. Mi sono sentita coccolata per una settimana intera (ed è stata dura rientrare a Roma).

The smiles, helping us stopping cabs, the apologies, asking where were we from, the jokes while we’re taking pictures. I felt taken-care of for the whole week (and coming back to Rome was really tough).

Squirrel6.  Gli scoiattoli – Squirrels

Come i gatti per Roma, sono ovunque e sono bellissimi quando si rincorrono con le loro lunghe code. Per noi sono inusuali, ma forse per i newyorchesi sono invece banalissimi animali.

Like it happens with cats in Rome, squirrels are everywhere and are the cutest when chasing each other, showing their long tails. For us they are so inusual, but maybe for NY citizens are just ordinary animals.

7. Washington Square

Sará perché l’ho vista con il sole, ma oltre che simbolo di moltissime scene girate lí è esattamente come la descrivono. C’erano studenti in pausa a prendere il sole, altri con la chitarra a cantare e ballare, famiglie con bimbi, artisti improbabili e anche un pianista con un pianoforte a coda e una vecchietta che lo ascoltava rapita, alle sue spalle.

Maybe I’m biased because of the sunny day in which I visited it, but on top of being representative of many movies shot there it’s precisely as described. There were students sunbathing or playing guitar, singing and dancing, as well as families with kids, weird performers and even a pianist playing a grand piano, with an elder woman listening behind his back, entranced.

Times Square8. Times Square

Non è definibile, non è quantificabile: è che quando sei lí, in particolare di notte, è semplicemente un posto troppo forte! E poi vicino ci sono i teatri di Broadway.

Undefinable, unquantifiable: it’s just that when you’re there, especially at night time, it’s simply a super cool place to be! Also, Broadway theaters are in the nearby.

9. La Mecca della fotografia – The Mecca of photography

Ovviamente sto parlando di B&H, il colosso della vendita al dettaglio di audio, video e fotografia, e il suo superstore sulla 9a avenue. Il posto merita una visita anche se non siete appassionati per la ricchezza di articoli, per l’organizzazione dei banchi vendita e soprattutto per la logistica che bisogna vedere in funzione. I prezzi sono ottimi, ma evitate di chiedere lo sconto, vi riderebbero in faccia.

I’m obviously referring to B&H, the giant of photo-audio-video equipment and their superstore on the 9th Avenue. The place deserves a visit even if you’re not a photography geek; it’s full of well-presented merchandise, the organization of benches is superb and you have to see by yourself the logistics they put in place. Prices are excellent but avoid asking for a discount: they’ll laugh at your face, probably.

Friedman's lunch with myself and a waiter

10. Last but not least, Friedman’s Lunch (at Chelsea Market) 

Il posto dove abbiamo fatto colazione quasi tutti i giorni e dove siamo tornati a cena due volte. Il miglior ristorante glutenfree che abbia provato durante la settimana a Manhattan. La semplicitá e qualitá degli ingredienti stagionali e locali e la maestria nella preparazione (ottima anche per il senza glutine) sono la chiave del loro successo. Ma anche la cortesia e simpatia dei tanti camerieri ha fatto sí che diventasse il nostro preferito. Bravi, continuate cosí!

We had breakfast here almost every morning and we came back for dinner a couple of times. To me, the best glutenfree restaurant that we tried during the week in Manhattan. The simplicity and quality of seasonal and local ingredients combined with the mastery of food preparation (also on the glutenfree dishes) are the key for their success. But also the courtesy and liking of the many waiters contributed to making it our favourite place. Well done, keep up with the good work!