Tra una settimana all’Euro IA: io ci sarò, e voi?

Mettiamo il caso che viviate a Roma, o che abbiate progettato un soggiorno nella Capitale per la prossima settimana.

Poniamo anche che lavoriate come progettisti web, grafici o visual, interaction designer, architetti dell’informazione o altre figure correlate.

Potrebbe persino darsi che non abbiate mai sentito nominare lo European Summit of Information Architecture (Euro IA).

Ebbene, la prossima edizione del suddetto si terrà a Roma, dal 27 al 29 settembre!

Io ci sarò, e venerdì 28 terrò un intervento sul mio passaggio dalla professione di agronoma a quella del magnifico mondo della User Experience (UX).

Non siete curiosissimi? Io non sto più nella pelle!

Correte a iscrivervi finché ci sono posti, e sappiate che ci sono tariffe molto scontate per gli italiani (chiedetemi come!).

Vi aspetto! 🙂


Miglio senegalese

UX è anche una bella mail di conferma d’acquisto

Sono giá due volte che trovo siti di shopping online che mi lasciano col sorriso sulle labbra una volta completato l’acquisto.

Uno è Photojojo, un raro esempio di semplicitá di navigazione e di acquisto, con una User Experience progettata -per quanto mi riguarda- alla perfezione. Pochissimi click, pagine chiarissime, testo informale e ironico che strappa volentieri un sorriso o una risata.

Un altro, appena sperimentato, è RedBubble, sito che vende, tra le altre cose, delle T-shirt originali adatte ai nerd e geek come me. 😉

In entrambi i casi parte della piacevole UX è rappresentata dalla mail di conferma dell’ordine effettuato. Non tanto per l’informazione contenuta, ma per il tono del messaggio che lo rende personale, originale, divertente.

Ad esempio:

Thank you for ordering from RedBubble, it is now highly likely that somewhere an artist or even a heap of artists are getting all excited that someone really likes what they do. Which is quite a wonderful thing really. You should feel good right about now.

E in effetti, questa cosa mi fa sentire bene! E mi piace che qualcuno ci abbia pensato e abbia capito che stabilire questo livello di comunicazione tra venditori e clienti dia i suoi frutti.

Sará che in questo paese siamo abituati alla scortesia, ai formalismi vuoti, al pessimismo, ma io da un’esperienza utente cerco proprio questo: simpatia e semplicitá. In altre parole, umanitá.

Usabilità e acquisti compulsivi

Ormai passo molto tempo online a leggere blog e risorse relativi all’usabilità, alla user experience (UX) e allo user-centered design.

Oltre che esserne interessata per via del lavoro che svolgo, l’utente che è in me ha bisogno di conforto e di sapere che non è sola al mondo: ci sono un sacco di altri utenti incazzati che se la prendono con l’interfaccia di acquisto di biglietti su Trenitalia, per dirne una molto popolare.

Leggo ora l’ottimo (come al solito) post di Alberto Mucignat su usabilità e customer loyalty.

L’usabilità conta almeno il 30% della fedeltà del cliente verso il prodotto che usa e, di conseguenza, l’azienda/brand.

Personalmente, quella percentuale è molto più alta nel determinare le mie frequentazioni online. E il motivo credo risieda nel fatto che la maggior parte dei miei acquisti online sono di tipo compulsivo.

Come molti, suppongo, ricevo decine di mail al giorno che mi suggeriscono questo o quel prodotto. Se decido di cliccare il link e andare a vedere il sito, la probabilità che io completi l’acquisto è strettamente correlata alla sua usabilità; in particolare:

  • informazioni chiare sul costo e le spese di spedizione
  • pochi (pochissimi) click e schermate per la procedura di acquisto
  • chiarezza nell’avanzamento della stessa
  • e, per me, la possibilità di pagare con Paypal.

Ecco che l’intera procedura avviene prima che io possa ragionare davvero sulla convenienza di quell’acquisto, sul poterselo permettere, sulla reale necessità del bene o servizio acquistato.

E, incredibilmente, siccome l’intera esperienza è stata positiva, su quel sito ci ritornerò anche se so che è una tentazione e poi mi pentirò di averci speso tutti quei soldi.

Questo per me è vero per molti acquisti ma non tutti, chiaramente: c’è sempre l’acquisto meditato e documentato. Magari ne parlerò un’altra volta.